Mentre la coalizione #StopGlifosato festeggia un milione di firme da presentare alla Commissione europea per sollecitare il divieto del pesticida, non si è raggiunto il quorum tra gli europarlamentari.
Il 14 giugno erano stati chiamati a votare per cancellare il divieto in vigore sull’impiego di pesticidi all’interno delle cosiddette Ecological focus area (Efa), ossia le “aree di interesse ecologico”.
Una mezza vittoria, anche se la strada è ancora lunga. Di fatto per adesso, gli agricoltori che vorranno accedere ai cosiddetti “pagamenti ecologici”, ossia i greening che rappresentano il 30% del bilancio della politica agricola comune, non potranno usare i fitofarmaci all’interno di queste zone.
Le Efa di fatto sanciscono dal 2013, la salvaguardia della biodiversità e indirettamente la tutela della salute del cittadino. Il glifosato non ha bisogno di presentazioni perché da tempo, sul pesticida della Monsanto più utilizzato al mondo, c’è un acceso dibattito.
E’ un diserbante non selettivo che distrugge tutte le piante con cui viene a contatto, tranne quelle ogm. Lo Iarc lo scorso anno l’aveva classificato come potenzialmente cancerogeno per l’uomo, diversi studi hanno dimostrato correlazione tra la sostanza e l’insorgere di disturbi fisici.
Il glifosato è un erbicida che avvelena tutto il mondo, ma che racchiude in sé anche interessi economici e storie di corruzione secondo la coalizione #StopGlifosato, alla quale aderisce anche greenMe.
“Un risultato in chiaroscuro perché abbiamo portato a casa il fatto di sottrarre una parte della superficie agricola alla diffusione incontrollata di veleni nei campi. Ma il voto di oggi ha anche rappresentato un segnale di disinteresse per la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente da parte del Parlamento Europeo, che, pur non raggiungendo il quorum necessario per cancellare una norma della Commissione, ha votato a maggioranza per l’eliminazione del divieto ai pesticidi”, spiega Maria Grazia Mammuccini, portavoce della coalizione #StopGlifosato.