I bombi e gli altri insetti impollinatori sono fondamentali per il successo di molte colture. Ma presto api e bombi potrebbero essere utili alleati dell’agricoltore anche nella difesa delle colture. Bee vectoring technology è una azienda canadese che ha messo a punto un sistema di diffusione di bioagrofarmaci e biostimolanti attraverso il volo delle api.
Il cuore della tecnologia messa a punto da Bvt è l’alveare. Una struttura creata in modo che gli insetti siano costretti ad entrare da un foro e ad uscire dalla parte opposta dei nidi. All’interno il bombo deve seguire un percorso che lo porta in contatto con il prodotto. Sotto forma di microgranuli, si attacca alle zampe e al ventre dell’insetto come del polline e viene poi depositato involontariamente sui fiori una volta che il bombo esce dall’alveare.
Dall’azienda fanno sapere che un nido contiene circa 300 bombi (allevati specificatamente per questo scopo), in grado di visitare, e quindi trattare, dieci milioni di fiori durante la stagione. Ogni insetto da solo può arrivare a posarsi su dieci fiori al minuto.
I vantaggi sono potenzialmente enormi. L’eliminazione della necessità di entrare in campo con il trattore per i trattamenti. L’eliminazione dell’utilizzo di acqua per la miscela. La riduzione delle emissioni di anidride carbonica e soprattutto un trattamento mirato. I bombi infatti visitano solo le piante in fiore rilasciando il prodotto in maniera precisa. Niente deriva, niente prodotti nei fossi, sul terreno o in altre zone non utili.
“E’ una soluzione elegante ad un problema complesso”, dicono dall’azienda. E in effetti il progetto è affascinante, anche perché i bombi, a differenza delle api, possono volare anche in condizioni meteorologiche sfavorevoli o con temperature basse. Inoltre, rassicurano quelli di Bvt, il prodotto utilizzato non è pericoloso né per l’uomo né per i bombi.
Appunto, il prodotto. Perché se il metodo di trasporto è affascinante, i dubbi si aprono circa la tipologia di prodotto utilizzabile, la finestra temporale in cui i bombi possono proteggere le colture e l’efficacia dei trattamenti. “Utilizziamo dei bioagrofarmaci, nostri o di terze parti, come alternativa aiprodotti chimici“, spiega ad AgroNotizie Ashish Malik, ceo di Bvt, durante il World agritech innovation summit di San Francisco.
Bvt sta brevettando in Canada un prodotto a base di Clonostachys rosea, un fungo che svolge una funzione protettiva, soprattutto contro la botrite. Dai test effettuati dall’azienda risulta che questo fungo rafforza le difese della pianta contro gli stress ambientali e le malattie, specialmente quelle fungine. Inoltre aiuta la coltura a svilupparsi incrementando qualità e produttività.
I bombi possono però trasportare anche altri prodotti, bioagrofarmaci o biostimolanti, sviluppati da società terze. I programmi per la protezione delle colture riguardano il pomodoro, il girasole, la fragola, il mirtillo, la colza e il melo. Per ora Bee vectoring technology opera solo nel mercato canadese “ma il nostro obiettivo è quello di espanderci dapprima negli Stati Uniti e poi in Europa”, spiega Malik.